Bio

Marek WalisNato a Wroclaw/Breslavia, Polonia, ha studiato Medicina all’Università di Lodz. Si è specializzato in Otorinolaringologia a Gdansk/Danzica, Polonia, e Hannover, Germania. Ha lavorato in Polonia, Germania, Svizzera. Ha scritto, pubblicato ed illustrato sue Favole, Aforismi e Racconti. Abita in Svizzera.

«È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell’età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell’angolo d’anima d’onde esso risuona […].»   (da “Il fanciullino”, Giovanni Pascoli)

L’apprezzato autore Marek Walis, capace di padroneggiare abilmente più tecniche e stili, raffinatamente in grado di rappresentare diversi tipi di soggetti, possiede lo speciale dono di saper generare un’arte che, riuscendo ad oltrepassare i confini tra realtà e fantasia, restituisce all’essere umano la genuina facoltà di sognare.

Si tratta di vedere, cogliere e coltivare quel quid magico, genuino ed unico che, tanto Pascoli teorizzava nella poetica del Fanciullino, quanto Antoine de Saint-Exupéry utilizzava per intessere il suo Piccolo Principe. Si tratta di quel “qualcosa” che i bambini hanno insito e naturale, che per uno strano motivo si perde da adulti: saper osservare ed attendere con trepidazione la notte di Natale, fermarsi a San Lorenzo col naso all’insù per scovare una stella cadente ed esprimere i desideri più impossibili, correre a perdifiato su un prato facendo volare un aquilone, immergere i piedi in un torrente, costruire una casa su di un albero, sfiorare la sabbia e spighe di grano con le dita.

Marek Walis disegna e dipinge con l’aurea trama dei sogni, dei fanciulli, delle favole. Già, perché le fiabe dai fratelli Grimm a Calvino, da Esopo a Collodi, recano dentro un elemento speciale, fantastico e magico, in grado di incantare chi legge e chi scrive, come le opere di Marek in chi crea e chi osserva.

Allora, che si tratti della rappresentazione di un bambino, di un animale, di un autoritratto, reale o fantastico, non importa, perché ciò che conta è aprire la porta dei sogni, così come avviene nell’opera Edo addormentato.

«“A che ti serve possedere le stelle?” chiese il Piccolo Principe all’uomo.
“Mi serve ad essere ricco”
“E a che serve essere ricco?”
“A comperare delle altre stelle se qualcuno ne trova”
“Io” disse il Piccolo Principe “possiedo un fiore che innaffio tutti i giorni
e possiedo tre vulcani dei quali spazzo il camino tutte le settimane.
È utile ai miei vulcani e al mio fiore che li possegga. Ma tu non sei utile alle stelle…”»
(da “Il piccolo Principe”, A. de Saint-Exupéry)

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